BDSM: parla l'esperto. Intervista ad Ayzad

Dopo ben tre capitoli sul BDSM (Sex toys e sadomado capitolo I - capitolo II Le manette - capitolo III Il Flogger) è giunto i momento di fare un po' di chiarezza con un'intervista ad Ayzad, esperto italiano di BDSM.

M - Chi è Ayzad?

A - A dare retta ai media sarei “il massimo esperto italiano di BDSM e sesso estremo”, ma in realtà sono semplicemente un giornalista pentito in via di riabilitazione. Quando mi si è presentata l’opportunità di smettere di scrivere solo per il vantaggio economico di aziende e individui privi di rispetto per i “consumatori” ne ho approfittato, e da parecchi anni cerco di lavorare per il benessere di chi mi legge. Mi sono specializzato nello studio e la divulgazione delle sessualità insolite, che porto avanti con un sito, libri, eventi, personal coaching e collaborazioni con varie testate.

Sono convinto che gli aspetti meno noti dell’eros non siano solo una divertente curiosità, ma anche un ottimo spunto per conoscere meglio se stessi e tanti argomenti che altrimenti passano spesso inosservati. Il risultato finale è che il senso critico ne guadagna, così come la qualità delle relazioni e in definitiva la serenità di chi mi legge, come dimostrano i tanti messaggi di ringraziamento che continuo a ricevere. A conti fatti credo quindi che rimarrò Ayzad ancora per un bel po’.


M - Cosa è e cosa significa BDSM?
A - La sigla in se è un accrocchio di termini con significati multipli: Bondage, Disciplina, Dominazione, Sottomissione, Sadismo, Masochismo. La definizione che ne ho dato nel mio ultimo libro, intitolato I love BDSM, è:

Con ‘BDSM’ ci si riferisce a centinaia di differenti giochi erotici accomunati da un’unica caratteristica: uno dei partner si mette a disposizione dell’altro impegnandosi ad accettare e assaporare tutto ciò che accadrà; quest’ultimo si prende invece la responsabilità di gestire la situazione e decidere quali sensazioni ed emozioni proveranno entrambi.
Il punto è però che queste pratiche non vanno fatte a capocchia come si vede in 50 sfumature di grigio, ma con consapevolezza, preparazione tecnica, sicurezza e rispetto reciproco. Se vissuto con questo spirito, il BDSM può diventare un’esperienza impareggiabile al confine con la trascendenza, e come minimo migliora la propria qualità di vita.

M - Esiste una comunità italiana e/o europea?
A - Facciamo una premessa: nei paesi industrializzati circa il 10% della popolazione pratica una qualche forma di giochi erotici di dominazione, quindi il BDSM è molto più normale e diffuso di come lo rappresentino i mass media. Stando così le cose è logico quindi che come per ogni attività a vasta diffusione ci sia un enorme sottobosco di praticanti che rimane anonimo e si diverte nell’intimità di casa propria, e poi un gruppo ridotto di grandi appassionati che invece ama l’aspetto sociale (tribale, forse) di incontrarsi, confrontarsi, insegnare e studiare le varie tecniche, eccetera. Ormai in ogni grande città ci sono uno o più gruppi di persone che “fanno comunità”. La più grande differenza fra l’Italia e altri paesi è che da noi esiste un ampio mondo parallelo di gente che fa BDSM solo a parole, vivendo di fantasie che esprime via Internet ma non realizza affatto – e che a volte hanno effetti malsani per chi le prende per buone. Inoltre a differenza di altrove qui manca spesso lo spirito di attivismo, supporto reciproco e crescita collettiva che contraddistingue altre nazioni: del resto la tendenza ad arraffare senza dare nulla in cambio e la gara a chi ce l’ha più lungo sono purtroppo tipiche dei nostri connazionali…


M - Credi che l'immaginario comune rispetti quello che poi è in realtà la scena che si crea tra due individui o alle feste?
A - No, sono decisamente due universi differenti. L’immaginario è fatto di roba tipo Christian Grey, il porno estremo online o la festa di Eyes wide shut, ma seguire modelli del genere è un po’ come pensare che i veri archeologi facciano la vita di Indiana Jones, o che ogni tassista abbia giornate stile Transporter. La realtà è che la cultura BDSM e le sue regole disinnescano in modo naturale gli eccessi che caratterizzano invece il sadomasochismo patologico. Quel che rimane sono quindi dinamiche anche molto intense, giochi anche forti ma privi di pericoli, violenze e abusi – sempre purché si voglia fare lo sforzo di imparare a giocare come si deve. Quando ho fatto da guida a un gruppo di sessuologi durante un playparty piuttosto hard, per esempio, la parola che hanno poi usato per descrivere l’atmosfera è stata ‘tenerezza’.


M - Nell'arco della tua esperienza ti è mai successo di incontrare gente che ti ponesse domande su cosa è “normale” e cosa no nell'ambito BDSM, oppure gente che ti dicesse che non c'è nulla di sano in tutto questo? Come hai affrontato l'argomento?
A - Capita spesso, certo. Chi ha una visione negativa dell’eros estremo di solito è vittima di quell'immaginario di fiction di cui parlavamo poco fa, oppure si riferisce a persone poco consapevoli di ciò che fanno in situazioni in cui non siano presenti tutte quelle norme di sicurezza – dall’SSC di Sano, Sicuro e Consensuale all’uso di safeword – che contraddistinguono la cultura BDSM. Di solito è sufficiente spiegare come stiano davvero le cose per rasserenare gli animi. Va poi detto che anche nel BDSM la normalità è, come in ogni altro campo, una questione di distribuzione statistica gaussiana. Ci sono pratiche più diffuse e relativamente innocue come per esempio il bondage o la sculacciata, e ce ne sono altre più toste con molti meno estimatori, quali posono essere i giochi con l’elettricità, il toiletplay o le dilatazioni semipermanenti. Nell’eros applicare giudizi da moralisti non ha senso: quel che conta davvero è l’etica, e se si rimane nell’ambito della sicurezza e del rispetto ognuno dovrebbe essere libero di divertirsi come meglio crede.

M - SSC, RACK cosa sono?
A - La domanda è ottima e importante, ma per risponderti è meglio che ti rimandi a un articolo approfondito che ho scritto sull’argomento, perché si tratta di un argomento che merita di non essere ridotto a poche frasi fatte.

M - Il consenso è uno degli aspetti fondamentali per chi pratica sadomaso, esiste una modalità/regola in cui chi pratica definisce i propri limiti durante una scena?
A - Durante è sconsigliabile, perché le dinamiche stesse del gioco non permettono di discutere alla pari. Battute a parte, la regola esiste eccome ed è uno dei pilastri del BDSM. Il termine tecnico è ‘negoziazione’, e si riferisce alle conversazioni fra partner in cui si ragiona sul tipo di esperienza che si desidera esplorare insieme. Non si tratta però di un contratto formale, né di una contrattazione tipo “se vuoi che faccia questo allora devi fare quello”: è più un piacevole raccontarsi in serenità, aprirsi all’altro e focalizzare quali siano le proprie preferenze, paure, problematiche. Le possibilità di gioco sono così tante che, anche escludendo numerosi tipi di gioco, rimangono centinaia di diverse possibilità di divertirsi col partner.

M - Cosa sono i feticci?
A - Qui bisogna distinguere fra veri feticci e semplici preferenze, perché ultimamente si è diffusa la tendenza a chiamare “feticismo” qualsiasi cosa ci piaciucchi semplicemente un po’ o ci dia un minimo di eccitazione. I feticci veri e propri sono tutt’altra cosa: si tratta di oggetti, parti del corpo, materiali, gesti, suoni e stimoli in generale che per motivi insondabili la mente ha associato in passato al piacere erotico, e di cui ora non riesce a fare a meno per provare nuovo godimento. Di solito si tratta di qualcosa che ci ha colpiti durante le prime masturbazioni, ma può avere origini ben più contorte. Un caso famoso riguarda un feticista di un certo tipo di tessuto bianco, che dopo anni di ricerche scoprì essere lo stesso delle uniformi delle infermiere che si erano prese cura di lui quando era nato prematuro. Il fetish invece è tutt’altra cosa ancora, cioè un immaginario erotico basato sull’esaltazione dell’estetica dei feticismi. Il piccolo feticismo per la gomma si evolve allora in abbigliamento in latex dalla testa ai piedi, quello per le calzature femminili esplode in scarpe con tacchi ipervertiginosi, il feticcio del seno si manifesta in tettone gonfiabili colossali, e così via.
M - Vanilla e Kinksters, cosa sono? Esiste secondo te una qualche diatriba tra i due?
A - Vanilla è proprio la parola inglese per ‘vaniglia’, inteso come gusto di gelato. Si riferisce a chi vive una sessualità normativa che, come appunto il gelato alla vaniglia, è sì buono ma privo di tutti quei sapori intriganti che il bancone di qualsiasi gelateria mette a disposizione di chi voglia semplicemente provarli. Kinkster è invece un neologismo inglese che potremmo tradurre con ‘amante dei giochini erotici strani’ – una buona alternativa a termini più inquietanti tipo ‘pervertito’ o ‘sadomasochista’. Vere lotte fra i due gruppi non ne ho mai viste, salvo nel caso di esagitati di entrambi i fronti che evidentemente immaginano nel comportamento altrui qualcosa che essi stessi sentono dentro di se e che vivono con grande disagio. Un esempio eclatante è stata la guerra scatenata contro di me da un insegnante fondamentalista cattolico che, dopo avere fatto una gran cagnara sui giornali e ispirando perfino una interrogazione parlamentare per non farmi più tenere lezioni nelle università italiane… è stato arrestato e condannato per avere molestato dei minorenni.
M - Se dovessi dare un consiglio ad un/una curiosa cosa gli/le diresti?
A - Innanzitutto di non temere di avere qualcosa che non va: è in ottima compagnia con tantissime altre persone che nutrono le stesse curiosità.  Poi di non buttarsi a capofitto nella pratica senza essersi chiarite le idee su come funzioni davvero il BDSM. Soprattutto online girano un sacco di informazioni sbagliate e potenzialmente pericolose, spacciate a volte in buona fede per verità assolute: leggersi magari una guida attendibile permette di evitarsi delusioni e problemi.
Infine, non accontentarsi di nulla che non sia esattamente ciò che si desideri. Oggi esistono i mezzi e le possibilità per realizzare qualsiasi fantasia erotica, quindi non ha senso rassegnarsi a vivere quella di qualcun altro.


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